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giovedì 25 marzo 2010

Real Web Dating - Capitolo 6


Il testo e la traduzione di questa canzone sono sufficienti a fa capire quello che Neil pensa mentre guarda dormire Madeleine.


Placebo - I'll be yours

I'll be your water, bathing you clean.
The liquid piece.
I'll be your ether, you'll breathe me in.
You won't release.
Well I've seen you suffer,
I've seen you cry,
the whole night through.
So I'll be your water, bathing you clean.
Liquid blue.

I'll be your father,
I'll be your mother,
I'll be your lover,
I'll be yours.
I'll be your father,
I'll be your mother,
I'll be your lover,
I'll be yours.

I'll be your liquor, bathing your soul.
Juice that's pure.
And I'll be your anchor, you'll never leave.
Shores that cure.
Well I've seen you suffer,
I've seen you cry
for days and days.
So I'll be your liquor, demons will drown
and float away.

I'll be your father,
I'll be your mother,
I'll be your lover,
I'll be yours.
I'll be your father,
I'll be your mother,
I'll be your lover,
I'll be yours.
Yours.

Traduzione

Sarò la tua acqua, pulendoti.
La parte liquida.
Sarò il tuo etere, tu mi inspirerai.
Tu non rilascerai il respiro.
Beh io ti ho visto soffrire,
ti ho visto piangere,
per l'intera notte.
Quindi sarò la tua acqua, pulendoti.
Liquido blu.

Sarò tuo padre,
sarò tua madre
Sarò il tuo amante,
sarò tuo.
Sarò tuo padre,
sarò tua madre
Sarò il tuo amante,
sarò tuo.

Sarò il tuo liquore, bagnando la tua anima.
Liquido che è puro.
E sarò la tua ancora, tu non te ne andrai.
Spiagge che curano.
Beh io ti ho visto soffrire,
ti ho visto piangere
per giorni e giorni.
Quindi sarò il tuo liquore, i demoni affogheranno
e fluttueranno via

Sarò tuo padre,
sarò tua madre
Sarò il tuo amante,
sarò tuo.
Sarò tuo padre,
sarò tua madre
Sarò il tuo amante,
sarò tuo.
Tuo.


Placebo - I'll be yours

Diari - Capitolo 29

2005 - Like a lion



Nuovo capitolo. l'immagine che ho scelto rappresenta un leone a caccia. Questa parte della storia racconta il secondo pranzo di Bella e Edward. Edward chiede chiarimenti sulla conversazione che Bella ha affrontato con Jessica e rivela alla ragazza con gli occhi colore del cioccolato alcuni particolari sulla loro caccia.

"Non riuscivo a crederci. Pensava davvero di non essere un granché? Aveva davvero una percezione di se stessa che rasentava i minimi livelli. Non si rendeva conto di quanto bella e particolare appariva. Non sapeva di essere davvero particolare e splendida ai miei occhi e purtroppo anche a quelli degli altri.
“Non hai un’alta considerazione di te. Certo, i tuoi difetti sono davvero fuori dalla norma,” dissi pensando al suo talento nell’attirare disgrazie, “ma tu non sai quello che gli altri pensano di te, soprattutto la parte maschile.” Mi distassi al ricordo di tutte quelle fantasie che tutti i ragazzi della scuola, esclusi me e i miei fratelli, avevano fatto su di lei. La gelosia durò giusto il tempo di rendermi conto che l’unico a cui era concessa la sua presenza ero io."


Capitolo 29

martedì 23 marzo 2010

Awakening from Darkness - Capitolo 1

One life isn't enough

'Una vita non è abbastanza'



Primo capitolo di questa nuova avventura.

Punto di vista della nostra Prescelta.

Questo capitolo è introduttivo, non ci sono ovviamente colpi di scena, solo qualche tassello rimasto in sospeso in 'Wrong Love'.


'Il cimitero di Forks era pieno di fiori. Piccole goccioline di pioggia brillavano tra i fili d’erba del prato, tagliato quasi in maniera maniacale. Nell’aria si respirava l’odore di cera che bruciava. Riuscivo a percepire l’impercettibile suono di qualche fiammella che si spegneva. L’odore d’incenso si mischiava a quello dalla terra smossa da poco. Il numero di tombe era aumentato esponenzialmente.Il cimitero si era notevolmente ingrandito. Se solo avessi fatto più attenzione la maggior parte di queste persone poteva ancora essere viva.'


Capitolo I

Awakening from Darkness - Prologo


Finalmente questa storia ha visto la luce.

Una nuova avventura è iniziata.

Bella è sempre una vampira ed Edward è ancora un umano. Le cose sembrano essersi sistemate dopo la grande battaglia tra Bene e Male.

Sarà davvero così? Lo scopriremo insieme.


'“Smettila, non ho intenzione di ascoltarti!” urlai tappando le mie orecchie con le mani. La mia testa oscillava frenetica.
Tentavo inutilmente di cancellare quelle parole dalla mia testa.
Non poteva essere vero. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere.'


Awakening from Darkness

giovedì 18 marzo 2010

Nuovo progetto

Salve a tutti!

Da qualche giorno, forse anche di più, mi ronza in testa un'idea per un nuovo progetto. Si tratta di scegliere 10 canzoni e ad ogni canzone vorrei associare una One Shot. Molto probabilmente sarà una raccolta che avrà come unico elemento comune una canzone.

In questa raccolta i protagonisti saranno Edward e Bella, Neil e Madeleine, Adam e Julianne, nuovi personaggi e qualcun altro di vecchia conoscenza.

Non ho idea di quando comincerò a scrivere. Per il momento ho scelto solamente alcune canzoni. Più in la, quando l'idea sarà più solida vi posterò l'elenco delle canzoni che ho scelto.

Nel frattempo se vorrete suggerirmi qualche canzone e qualche personaggio, valuterò l'idea di inserirli.

Un bacio!

domenica 14 marzo 2010

Real Web Dating - Capitolo 5


Le motivazioni che mi hanno portato a scegliere questa canzone per questo capitolo sono due. La prima è il conflitto che Madeleine vive dentro di se. E' convinta che è lei la causa di tutto ciò che Vincent le causa e credo che alcune frasi della canzone esprimano bene la guerra che si scatena dentro di lei. L'altro motivo è la voglia che Madeleine ha di lasciarsi tutto alle spalle e di cercare rifugio in Neil. Il posto sicuro dove si vorrebbe essere di cui parla la canzone per Madeleine è proprio Neil.


Linkin Park - Somewhere I belong

When this began
I had nothing to say
and I get lost in the nothingness inside of me.
I was confused
and I live it all out to find, but im not the only person wit these things in mind,
inside of me.
But all that they can see the words revealed,
is the only real thing that I got left to feel.
Nothing to lose,
just stuck hollow and alone,
and the fault is my own,
and the fault is my own.

I wanna heal, I wanna feel, what I thought was never real.
I wanna let go of the pain I've felt so long.
Erase all the pain till it's gone.
I wanna heal, I wanna feel like, I'm close to something real.
I wanna find something I've wanted all along.
Somewhere I belong.

And I got nothing to say. I can't believe I didn't fall right down on my face.
I was confused.
Look at everywhere only to find
it is not the way I had imagined it all in my mind.
So what am I?
What do I have? But negativity
'cause I can't trust no one by the way everyone is looking at me.
Nothing to lose,
nothing to gain, I'm hollow and alone,
and the fault is my own,
and the fault is my own.

I wanna heal, I wanna feel, what I thought was never real.
I wanna let go of the pain I've felt so long.
Erase all the pain till it's gone.
I wanna heal, I wanna feel like, I'm close to something real.
I wanna find something I've wanted all along.
Somewhere I belong.

I will never know myself until I do this on my own,
'cause I will never feel anything else until my wounds are healed.
I will never be anything till I break away from me.
I will break away, I'll find myself today.

I wanna heal, I wanna feel, what I thought was never real.
I wanna let go of the pain I've felt so long.
Erase all the pain till it's gone.
I wanna heal, I wanna feel like, I'm close to something real.
I wanna find something I've wanted all along.
Somewhere I belong.

Traduzione

Quando questo è iniziato
io non avevo niente da dire
e mi ero perso nel nulla che c'è dentro di me.
Ero confuso
e vivo per cercare di capire, ma non sono l'unica persona con queste cose in mente,
dentro di me.
Ma tutto ciò che loro possono vedere sono le parole rivelate,
è l'unica cosa vera che mi è rimasta da provare.
Niente da perdere,
sono bloccato, vuoto e solo,
e la colpa è dentro di me,
la colpa è dentro di me.

Voglio guarire, voglio provare sensazioni, quello che pensavo non è mai stata la realtà.
Voglio lasciare andar via il dolore che ho provato fino ad’ora.
Cancellare tutto il dolore.
Voglio guarire, voglio provare sensazioni, sentirmi vicino a qualcosa di vero.
Voglio trovare qualcosa che ho voluto da tanto.
Quel luogo a cui appartenere.

E non ho niente da dire. Non posso credere di non essere caduto in basso di faccia.
Ero confuso.
Guardo da ogni parte solo per scoprire
che non è proprio come mi ero immaginato.
Ma cosa sono io?
Cos'ho io? Solo negatività,
perchè io non riesco a giustificare il modo in cui tutti mi guardano.
Niente da perdere,
niente da guadagnare, sono vuoto e solo,
e la colpa è dentro di me,
la colpa è dentro di me.

Voglio guarire, voglio provare sensazioni, quello che pensavo non è mai stata la realtà.
Voglio lasciare andar via il dolore che ho provato fino ad’ora.
Cancellare tutto il dolore.
Voglio guarire, voglio provare sensazioni, sentirmi vicino a qualcosa di vero.
Voglio trovare qualcosa che ho voluto da tanto.
Quel luogo a cui appartenere.

Nn conoscerò mai me stesso finchè non proverò a farlo da solo,
perchè io non proverò mai niente altro finchè le mie ferite non saranno guarite.
Non sarò mai qualcosa fino a che non cambierò questa situazione.
cambierò, io oggi troverò me stesso.

Voglio guarire, voglio provare sensazioni, quello che pensavo non è mai stata la realtà.
Voglio lasciare andar via il dolore che ho provato fino ad’ora.
Cancellare tutto il dolore.
Voglio guarire, voglio provare sensazioni, sentirmi vicino a qualcosa di vero.
Voglio trovare qualcosa che ho voluto da tanto.
Quel luogo a cui appartenere.


Linkin Park - Somewhere I belong

Diari - Capitolo 28

2005 - Più di quanto io piaccia a lui?



Bella ed Edward iniziano a frequentarsi dopo la chiacchierata di Port Angeles.

L'immagine descrive il momento in cui Edward, tramite i pensieri di Jessica, ascolta la conversazione tra Bella e Jessica su ciò che è successo tra loro due.

In questa conversazione Bella ammette il suo reale interesse nei confronti di Edward.

'Mi persi ad immaginare le sensazioni che avrei potuto provare baciandola.Le sue labbra a contatto con le mie. Il calore del suo corpo che riscaldava il mio. Il suo odore che mi invadeva. La delicatezza dei suoi movimenti. E poi il suo sangue sulle mie labbra.Tremai all’eventualità che potesse accadere davvero.'Cosa vi siete detti?' la conversazione andava avanti.I pensieri di Jessica sempre più arrabbiati per l’avversione di Bella. [...] Se avessi potuto arrossire anche il mio ora sarebbe rosso dall’imbarazzo. 'Ti piace tanto?' Jessica continuò. Smisi di respirare. 'Si.''Quanto?' A quel punto intorno a me niente aveva importanza.'Più del dovuto. E sicuramente più di quanto io possa piacere a lui. Ma per questo non posso farci niente.' Il professore iniziò la lezione, interrompendo così la conversazione."


Capitolo 28

Real Web Dating - Capitolo 4


Quarto capitolo. A raccontare la storia, questa volta è Neil. Questa canzone l'ho scelta per il momento dell'incontro tra Madeleine e Neil.La versione originale la conoscerete tutti, io invece preferisco quella dei Muse.


Muse - Can't take my eyes off you

You're just too good to be true,
can't keep my eyes off you.
You feel like heaven to touch,
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived
and I thank God I'm alive.
You're just too good to be true,
can't take my eyes off you.

Pardon the way that I stare,
there's nothing else to compare.
The sight of you makes me weak,
there are no words left to speak,
but if you feel like I feel,
please let me know that it's real.
You're just too good to be true,
can't take my eyes off you.

I love you baby,
and if it's quite alright,
I need you baby,
to warm the lonely nights,
I love you baby,
trust in me when I say.
Oh, pretty baby,
don't bring me down I pray,
oh pretty baby,
now that I found you stay
and let me love you baby.
Let me love you.

You're just too good to be true,
can't keep my eyes off of you.
You feel like heaven to touch,
I wanna hold you so much.
at long last love has arrived
and I thank God I'm alive.
You're just too good to be true,
can't take my eyes off of you.

I love you baby
and if it's quite alright,
I need you, baby,
to warm the lonely nights,
I love you baby,
trust in me when I say.
Oh pretty baby,
don't bring me down I pray,
oh pretty baby,
now that I found you stay
and let me love you baby.
Let me love you.

Traduzione

Sei troppo bella per essere vera,
non posso tenerti gli occhi di dosso.
Sembri un paradiso da toccare,
Voglio stringerti così tanto.
Alla fine l'ultimo amore è arrivato
e ringrazio Dio di essere vivo.
Sei troppo bella per essere vera,
non posso toglierti gli occhi di dosso.

Perdonami per il modo in cui spalanco gli occhi,
non c'è nient'altro che regga al confronto.
La tua vista mi rende fragile,
non c'è nient'altro da dire,
perciò se ti senti come io mi sento,
per favore fammi sapere che è vero.
Sei troppo bella per essere vera,
non posso toglierti gli occhi di dosso.

Ti amo baby
e se va abbastanza bene,
ho bisogno di te baby,
per riscaldare le notti solitarie,
ti amo baby,
credimi quando lo dico.
Oh bella ragazza,
non umiliarmi ti prego,
oh bella ragazza,
ora che ti ho trovata
e lascia che ti ami baby.
Lascia che ti ami.

Sei troppo bella per essere vera,
non posso tenerti gli occhi di dosso.
Sembri un paradiso da toccare,
Voglio stringerti così tanto.
Alla fine l'ultimo amore è arrivato
e ringrazio Dio di essere vivo.
Sei troppo bella per essere vera,
non posso toglierti gli occhi di dosso.

Ti amo baby
e se va abbastanza bene,
ho bisogno di te baby,
per riscaldare le notti solitarie,
ti amo baby,
credimi quando lo dico.
Oh bella ragazza,
non umiliarmi ti prego,
oh bella ragazza,
ora che ti ho trovata
e lascia che ti ami baby.
Lascia che ti ami.


Muse - Can't take my eyes off you

Real Web Dating - Capitolo 3


Terzo capitolo. Stavolta è Madeleine a parlare. La canzone è in italiano, quindi non aggiungo altro.


Luca Barbarossa - L'amore rubato

La ragazza non immaginava
che anche quello fosse l'amore.
In mezzo all'erba lei tremava,
sentiva addosso ancora l'odore.

Chissà chi era, cosa voleva,
perché ha ucciso i miei pensieri.
Chissà se un giorno potrò scordare
e ritornare quella di ieri.

La ragazza non immaginava
che così forte fosse il dolore.
Passava il vento e lei pregava
che non tornassero quelle parole.

Adesso muoviti, fammi godere,
se non ti piace puoi anche gridare,
tanto nessuno potrà sentire,
tanto nessuno ti potrà salvare.

E lei sognava una musica dolce
e labbra morbide da accarezzare,
chiari di luna e onde del mare,
piccole frasi da sussurrare.

E lei sognava un amore profondo,
unico e grande, più grande del mondo.
Come un fiore che è stato spezzato,
così l'amore le avevan rubato.

La ragazza non immaginava
che così lento fosse il dolore.
Stesa nel prato
lei piangeva,
sulle sue lacrime nasceva il sole.

E lei sognava una musica dolce
e labbra morbide da accarezzare,
chiari di luna onde del mare,
piccole frasi da sussurrare.

E lei sognava un amore profondo,
unico e grande, più grande del mondo,
ma il vento, adesso, le aveva lasciato
solo il ricordo di un amore rubato.

Come un fiore che è stato spezzato
così l'amore le avevan rubato.


Luca Barbarossa - L'amore rubato

Real Web Dating - Capitolo 2


Secondo capitolo. Neil ci regala ancora il suo punto di vista.

La canzone che ho scelto parla della verità. L'ho scelta perchè Neil capisce che Madeleine gli sta nascondendo qualcosa e spera che lei gli dica presto la verità.


Good Charlotte - The truth

So here we are,
we are alone.
There’s weight on your mind,
I wanna know
the truth, if this is how you feel.
Say it to me,
if this was ever real.

I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts me.
I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts me.
I want the truth.

So this is you,
you're talking to me,
you found a million ways to let me down,
so I'm not hurt when you're not around,
I was blind.
But now I see,
this is how you feel,
just say it to me,
if this was ever real.

I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts me.
I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts me.

I know that this will break me,
I know that this might make me cry,
you gotta say what’s on your mind, on your mind.
I know that this will hurt me,
and break my heart and soul inside,
I don’t wanna live this lie.

I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts me.
I want the truth from you.
Give me the truth, even if it hurts.
I don’t care no more, no,
Just give me the truth, gimme' the truth,
cause I don’t care no more.
Give me the truth,
cause I don’t care no more, no.
Just give me the truth,
give me the truth,
cause I don’t care no more, no.

Traduzione

Così siamo qui,
siamo soli.
C’è un peso su di te,
e voglio sapere
la verità, se questo è quello che senti.
Dimmelo,
se questo è stato sempre reale.

Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.
Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.
Voglio la verità.

Così questa sei tu,
mi stai parlando,
trovi un milione di strade per abbandonarmi,
così non sono ferito quando non sei intorno,
ero cieco.
Ma adesso vedo,
questo è quello che senti,
solo dimmelo,
se questo è stato sempre reale.

Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.
Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.

So che questo mi spezzerà,
so che ciò poteva farmi piangere
Hai detto ciò che c’è nella tua mente, nella tua mente.
So che questo mi ferirà,
e spezzerà il mio cuore e la mia anima,
non voglio vivere questa bugia.

Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.
Voglio la verità da te.
Dimmi la verità, anche se mi ferisce.
Non mi importa, non più, no,
solo dimmi la verità, dimmi la verità,
perché non mi importa, non più.
Dimmi la verità,
perché non mi importa, non più.
solo dimmi la verità,
dimmi la verità,
perché non mi importa, non più no.


Good Charlotte - The truth

Real Web Dating - Capitolo 1


Primo capitolo di questa nuova storia.

Per 'Real Web Dating, mi limiterò solo a lasciarvi i testi e le traduzioni delle canzoni che ho scelto per ogni capitolo.

Anche se il testo di questa canzone parla della danza, l'ho scelta perchè vedo questa canzone come un incitamento a fare qualcosa che, anche se all'apparenza non si vuole fare, tutti sanno in fondo che sono capaci a farlo. Per Neil 'You can do it' si riferisce all'iscrizione al sito.

Alla fine del post trovate il link della canzone. Potete anche ascoltarla nella playlist del blog.


Al Hudson - You can do it

Dance! Let your body go, you know you can do it,
like me, Ee meenie minie mo there's really nothin' to it.
Dance! Let your body go, you know you can do it,
like me, Ee meenie minie mo there's really nothin' to it.

You can do it and you know that you can,
there's nothing to it – just go ahead
and do your dance.
You can do it and you know that you can,
there's nothing to it – just go ahead
and do your dance.

Get up and do your thing, you know you can do it,
and don't you be ashamed, there's really nothing to it.
Get up and do your thing, you know you can do it,
and don't you be ashamed, there's really nothing to it.

You'll know you can do it, so get up
and move your body to it.
Don't be afraid to do your thing.
No such word as being ashamed, ev'rybody boogie tonight.

Get up and do your thing, you know you can do it!

Traduzione

Balla! Lascia andare il tuo corpo, puoi farlo,
come me, Ee meenie minie mo non ci vuole nulla a farlo.
Balla! Lascia andare il tuo corpo, puoi farlo,
come me, Ee meenie minie mo non ci vuole nulla a farlo.

Puoi farlo e lo sai che puoi,
non ci vuole nulla a farlo devi solo andare avanti
e fare la tua danza.
Puoi farlo e lo sai che puoi,
non ci vuole nulla a farlo devi solo andare avanti
e fare la tua danza.

Alzati e fai questo, lo sai che puoi farlo,
e non vergognarti non ci vuole davvero nulla a farlo.
Alzati e fai questo, lo sai che puoi farlo,
e non vergognarti non ci vuole davvero nulla a farlo.

Sai che potrai farlo, quindi alzati
e muovi il corpo per farlo.
Non aver paura di fare questo.
Nessuna parola come vergognarti, stasera tutti boogie.


Alzati e fai questo, lo sai che puoi farlo


Al Hudson - You can do it


Vi presento Neil e Madeleine

Neil



Neil Moore è il protagonista maschile di 'Real Web Dating'.

Nato e cresciuto a Londra, Neil sta cercando di affermarsi come avvocato. Dopo essersi laureato all'università di Cambridge, insieme al suo amico Darren White gestisce uno studio legale e si diverte ogni tanto a suonare la chitarra.

Da molto tempo Neil, a causa dei suoi studi prima e poi a causa del lavoro, non ha mai incontrato l'amore vero. Non crede all'amore nato da una chat e proprio a causa di questa sua ostinazione Darren scommette con lui, convincendolo ad iscriversi allo stesso sito dove ha conosciuto Abbie, la sua anima gemella.

Ryan Kwanten è l'attore che ho scelto per dare un volto a Neil.

Madeleine



Madeleine Leclerc è la protagonista femminile di questa storia.

Orfena di padre, Madeleine vive in Francia, più precisamente a Parigi, insieme a sua madre Audrine e a Vincent, compagno della madre da qualche anno.

Pittrice per gioco e studentessa della Sorbona, iscritta al corso di studi 'Études européennes', Madeleine si iscrive al sito di incontri per vivere una vita che nella realtà non può avere.

Anche se la situazione che vive non le permette di essere serena e felice, Madeleine sogna il suo principe azzurro.

Laura Vandervoort è l'attrice/modella che ho scelto per dare un volto a Madeleine.

Real Web Dating


La fine di una storia segna l'inizio di una nuova.

E' da un pò che il primo capitolo di 'Real Web Dating' era conservato in una cartella nascosta tra i vari file del mio computer. Scritta in un momento di totale pazzia, è rimasta per mesi sul mio computer in attesa di essere eliminata.

All'inizio era una storia stupida e poco originale. Un unico capitolo che raccontava di un incontro avvenuto in una chat tra un ragazzo e una ragazza che non avevano nulla in comune se non il fatto di essere iscritti allo stesso sito di incontri virtuali. Un giorno, mi sono decisa a riaprirla e ho avuto un lampo di genio che, purtroppo per voi non ha colpito me ma ha fatto si che questa storia andasse avanti. Ho immaginato i personaggi, gli ho dato una storia, un lavoro e tanto amore da dare. Se vi ho incuriositi, vi lascio il link della storia.


Real Web Dating

Diari - Capitolo 27

2005 - Vendetta



Bella è al sicuro nella sua casa, ma Edward, prima di tornare a trovarla durante la notte, ha un'ultima cosa da fare.

"Pensai a cosa stava per succederle e tutto tornò nel buio più assoluto. Bella aveva rischiato tanto. Se non fossi arrivato in tempo … Non volevo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo. Avevo cacciato quelle menti tante volte e di certo lui non sarebbe sfuggito al mio desiderio di vendetta per quello che faceva. L’unica certezza che in quel momento mi tranquillizzava era che mi sarei vendicato di quel mostro."


Capitolo 27

Diari - Capitolo 26

2005 - E' sbagliato, io sono pericoloso, renditene conto, ti prego



Continuano le rivelazioni.

Edward è sempre più sorpreso delle reazioni di Bella, ma nonostante lui sappia che stare con lei è sbagliato, non riesce a non pensare a Bella come la sua compagna.

"Mi concessi un momento per guardarla. I suoi occhi mi guardavano sbalorditi. Per un attimo provai il desiderio di voler dormire. Volevo dormire per potere godere della sua compagnia nei miei sogni, senza aver paura che potesse scappare da me. Nei miei sogni avrei potuto amarla senza pensare alla diversità che ci divideva."


Capitolo 26

Diari - Capitolo 25

2005 - Non t'importa se sono un mostro?



Dopo la cena, Edward accompagna Bella a casa.

Durante il viaggio Bella rivelerà ad Edward che lei è a conoscenza del suo segreto. Edward rimane sorpreso dall'inaspettata reazione di Bella.

"Non c’era nient’altro da scoprire ormai. 'Non mi importa.' Alitò. Avevo capito bene? Non le importava? Ecco perché aveva deciso di passare il resto della serata con me. Lei reagiva sempre in modo sbagliato.
Avrebbe dovuto scappare, invece era lì, accanto a me, a dirmi che probabilmente sapeva che ero un vampiro."


Capitolo 25

Diari - Capitolo 24

2005 - Ti porto fuori a cena (seconda parte)



Siamo arrivati alla seconda parte della cena. Bella inizia a fare delle domande ad Edward riguardo ad alcuni comportamenti strani che ha notato in lui. Edward racconta solo una parte della verità.

“'Ammettiamo che esista qualcuno capace di leggere nel pensiero, ma con qualche eccezione .' disse.Non poteva essere vero. Si era avvicinata tantissimo alla verità. Certo questa parte della verità era la meno pericolosa, ma avrei potuto assecondarla senza scoprirmi tanto."


Capitolo 24

Diari - Capitolo 23

2005 - Ti porto fuori a cena (prima parte)



Questo capitolo racconta l'inizio di alcune delle più importanti pagine di Twilight. Edward, combattuto se dire la verità o meno su ciò che è, invita Bella a cena.

Dopo lo scampato pericolo, Bella ed Edward iniziano a raccontarsi piccole verità.

"Il tavolo era perfetto. Abbastanza isolato dal resto del ristorante. Il posto perfetto per parlare con Bella senza che nessuno ascoltasse.
Sorrisi alla caposala, sperando che i miei denti la spaventassero.
Il mio sorriso invece ebbe l’effetto contrario. Sembrava ancor più incantata di prima e continuava a sperare che Bella si eclissasse lasciandole campo libero."


Capitolo 23

Diari - Capitolo 22

2005 - Attraverso i pensieri



L'immagine che ho scelto per questo capitolo è una mia creazione. Questo capitolo racconta lo spiacevole episodio che Bella ha a Port Angeles. Come si può vedere dalle immagini, Edward segue Bella attraverso gli occhi degli altri. La controlla nel centro commerciale attraverso i pensieri di Angela e Jessica e quando teme di averla persa, la ritrova tra i pensieri di Lonnie e degli altri ragazzi che vogliono farle del male.

"Setacciai la mente dell’uomo per riuscire a rintracciarlo. Riuscivo a vedere Bella spaventata, ma nessun particolare che mi indicasse dove si trovavano. Quel mostro, pregustava già il momento in cui l’avrebbe avuta. La immaginava pregarlo di non toccarla, di non farle del male. Poi fu distratto da qualcosa e mi accorsi che non era da solo. C’erano altri ragazzi con lui. Fu proprio grazie ad uno di essi che riuscii a capire dove si trovassero. Schiacciai l’acceleratore e guidai fino all’incrocio che quell’essere mi aveva indicato."


Capitolo 22

Diari - Capitolo 21

2005 - Satellite Heart



In questo capitolo Edward osserva Bella da vicino senza farsi vedere. L'immagine rappresenta un satellite che gira intorno al suo pianeta. Infatti Edward si scopre più che mai affascinato da Bella e utilizza ogni scusa per poterle stare vicino, proprio come un satellite fa con il suo pianeta.

"Le lezioni erano terminate e raggiunsi casa sua velocemente controllando che nessun pericolo poteva minacciarla. Dopo un bel po’ di tempo, Bella uscì nel giardino dietro casa sua con un libro e una coperta tra le braccia. Si sdraiò sulla coperta ed iniziò a sfogliare le pagine del libro.
Mi arrampicai sull’albero più vicino e rimasi lì ad osservarla.
Da quell’altezza riuscii a leggere il nome dell’autore del libro. Le piaceva la Austen."


Capitolo 21

sabato 13 marzo 2010

Diari - Capitolo 20

2005 - La ami davvero?



Eccovi l'immagine del 20° capitolo. Emmett ed Edward alle prese con la caccia! Questo capitolo racconta una delle conversazioni che avviene tra Edward e un componente della sua famiglia. Edward ed Emmett passano il fine settimana a nutrirsi lontano da Forks. Edward è preoccupato per l'evidente sfortuna che Bella sembra avere, mentre Emmett cerca in tutti i modi di trovare il lato positivo della situazione. Per un pò Emmett riesce a contenere la tristezza di Edward, ma lui continua a preoccuparsi, decidendo di anticipare il loro rientro a Forks.

"'Edward, tu la ami davvero? pensò. 'So solo che è il centro del mio mondo e il resto senza di lei non conta.' 'Ma non hai intenzione di trasformarla. Edward, prima o poi morirà comunque.' 'Si, ne sono cosciente.' 'In più ti ricordo che è umana e in quanto tale è fragile.' 'Già.'alitai.'Pensi che riusciresti mai a sfiorarla? Se sei innamorato di lei, sentirai il bisogno di averla vicino in altri modi.' ' Questa è una cosa a cui non voglio pensare.'"


Capitolo 20

Diari - Capitolo 19

2005 - Suonare ancora



In questo capit0lo, Edward, compone la melodia di Bella e ricomincia a suonare il piano.

"Esme mi si avvicinò. 'A cosa ti sei ispirato?' mi chiese. 'Credo sia una ninna nanna.' in quel momento capii anch'io la storia legata a quella melodia. Una piccola donna che dormiva nel suo letto, con le lenzuola intrecciate tra le gambe e i capelli color cioccolato aperti come un ventaglio sul cuscino."


Capitolo 19

Diari - Capitolo 18

2005 - Chiaro di luna



Chiaro di Luna, è la traduzione di Clair de lune. Dopo il malore di Bella per l'esperienza di biologia, Edward riaccompagna Bella a casa. Ascoltano questa canzone che è la loro preferita e nel frattempo iniziano a conoscersi un pò di più.

"Accesi lo stereo e partii. 'Clair de lune?' mi chiese sorridendo. 'Ascolti Debussy?' chiesi scoprendo un altro lato di lei, le piaceva la musica classica. 'Non proprio. Amia madre piace molto ed io ho imparato a riconoscere solo ciò che mi piace di più.' rispose. 'Anche a me piace molto.' dissi."


Capitolo 18

Diari - Capitolo 17

2005 - Batticuore



La gocciolina di sangue, è la prova di biologia che Bella deve sostenere. Sappiamo tutti però, che lei sviene e va a finire in infermeria con il suo soccorritore: "Senza dar peso alle parole del ragazzo, presi Bella tra le braccia e mi avviai in infermeria. Mentre camminavo, Bella aprì gli occhi. 'Fammi scendere!' e dicendolo il suo viso si colorò di rosso."


Capitolo 17

Diari - Capitolo 16

2005 - Ti adoro ... in un modo spaventoso e pericoloso



Questa immagine dovrebbe farvi capire di cosa parla questo capitolo. Edward chiede a Bella di 'pranzare' con lui. Vi lascio solo una frase: "Esitò per qualche minuto, ma poi andò via, distruggendo la speranza che avesse ancora voglia di passare del tempo con me. Tutto ciò che rimase di quella conversazione fu una strana sensazione di vuoto, ora che lei non era con me. L'unico ricordo, invece, era il tappo della sua bibita. Lo conservai con cura e andai a riflettere nella mia macchina."


Capitolo 16

Diari - Capitolo 15

2005 - Perchè l'amo



Questo capitolo racconta la prima notte in cui Edward va a trovare Bella. Quella notte lui capisce di essere innamorato di lei.

"Non potevo crederci, mi stava sognando e in più mi pregava di rimanere lì con lei. Tutto ciò che provavo per lei mi invase. Il mio corpo gelido, si riscaldò di un nuovo calore. Non mi sentivo più una roccia, mi sentivo un uomo. Un uomo in carne ed ossa, con le sue debolezze. E lei ora era la mia debolezza, perchè l'amavo. E non c'era consapevolezza più bella che potessi provare in questo momento. L'avrei amata per tutto il resto della mia esistenza."

Oltre a questo, Edward comincia ad avvicinarsi a Bella e le chiede di poterla accompagnare a Seattle: "'Sarebbe meglio che tu non fossi mia amica, ma non mi va più di obbligarmi ad evitarti.' e tanti saluti sull'evitare di espormi tanto. ' Vieni a Seattle con me?' chiesi soffermandomi sul suo respiro irregolare e sulle capriole del suo cuore. Mosse il capo ed annuì."


Capitolo 15

Diari - Capitolo 14

2005 - Geloso



Ecco qui una bella immagine di Mike Newton. Questo capitolo racconta come Edward affronta gli inviti che gli altri ragazzi fanno a Bella per il ballo. Edward si scopre geloso: "'Beh, perchè mi chiedevo, che forse, che forse, mi avresti invitato tu.' rispose Mike. Cosa avrebbe risposto Bella? Le soluzioni erano solamente due, poteva rispondere si a Mike, oppure avrebbe potuto rifiutare. La consapevolezza però che un giorno avrebbe potuto accettare l'invito di qualcuno, mi colpì in pieno viso. Rividi di nuovo il suo futuro da umana e di nuovo mi sentii morire. Faceva malissimo."

In questo capitolo, c'è anche una piccola discussione tra Edward e Bella. Lui continua a dirle che è meglio che lei stia lontana da lui e Bella invece, dubita sul gesto di Edward: "'E' meglio se non siamo amici. Davvero.' Spiegai. 'Dovevi pensarci prima, non avresti avuto rimorsi.' disse arrabbiata. 'Affliggermi?' 'Potevi lasciare che quel furgone mi uccidesse.' esplose. Davvero pensava quello che mi aveva detto? Salvarle la vita era l'unica cosa giusta che avessi fatto da quando l'avevo incontrata. L'avevo protetta dal primo momento in cui il suo odore mi aveva catturato. 'Pensi che sia affranto perchè ti ho salvato la vita?' chiesi. 'Lo so e basta!' 'Tu non sai niente.' risposi arrabbiato."


Capitolo 14

Diari - Capitolo 13

2005 - La sua vita prima di tutto



In questo capitolo si parla della discussione che avviene in casa Cullen, dopo che Edward salva Bella. Edward non sa se lasciare Forks oppure rimanere in città ed ignorare Bella. Alice e Rosalie, aprono gli occhi ad Edward: gli fanno notare che è troppo tardi per evitare che le visioni non si verifichino visto che ormai lui si è innamorato di Bella.

"'Volete spiegarmi cosa sta succedendo?' si intromise Emmett irritato dall'averlo escluso dalla nostra conversazione. 'Alice ha visto che Edward si innamorerà di lei.' spiegò Rosalie in poche parole. Emmett era sorpreso. 'Beh direi che hai iniziato con il piede sbagliato fratello.' e iniziò a ridere. 'Ti innamorerai dell'umana che hai salvato?' mi chiese Esme. 'Spiegaci cos'hai visto Alice.' chiese Jasper. 'O la ucciderà, e questo non mi piacerà affatto, oppure un giorno diventerà una vampira.' disse. 'Non succederà nulla di tutto questo.' dissi con un tono più alto di voce. 'Non ci riuscirai Edward. Non hai la forza necessaria per starle lontano.' concluse sicura di se."


Capitolo 13

Diari - Capitolo 12

2005 - Non lei!



Siamo arrivati all'incidente di Bella. Edward, senza penarci la salva. L'immagine rappresenta ciò che è successo in quel momento.

"Nello stesso istante Bella alzò lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi e poi quando vide il furoncino andare verso di lei, capì che la morte stava correndo verso di lei. 'Non lei!' fu l'unica cosa che riuscii a pensare."

Inoltre, Alice ha la prima visione di Edward nella radura, ma non riconosce Bella. In realtà, non è la prima visione quella. In uno dei capitoli precedenti, Alice ha avuto un'altra visione che non si è riuscita a spiegare, ma di questo ne parlerò nei capitoli successivi.

"L'immagine tremava ed era impossibile distinguerne i contorni. Poi tutto svanì così come era arrivato. 'Cos'era Alice?' chiesi. 'Non lo so Edward, e non è nemmeno la prima. E poi ricordi quella che ho avuto qualche anno fa? So che è assurdo ma credo che ci sia qualche collegamento. Il tuo futuro sta cambiando e qualcosa mi dice che tutto questo succederà presto.' disse mostrandomi le altre visioni. Poi ripensai a quella di qualche anno fa. Alice disse che qualcuno stava arrivando e a quel punto non rimaneva altro che scoprire chi fosse."


Capitolo 12

Diari - Capitolo 11

2005 - Pensieri al cioccolato



Questo capitolo, racconta l'esperimento che Bella ed Edward svolgono nell'ora di biologia. Edward, cerca di capire com'è fatta Bella attraverso i suoi occhi, visto che non può leggerle la mente. Da qui l'immagine. Gli occhi color del cioccolato di Bella sono, per lui, la porta a i suoi pensieri.

"Volevo sapere cosa stesse pensando e i suoi occhi mi avrebbero aiutato a capire. I suoi occhi sarebbero stati la porta dei suoi pensieri. I suoi pensieri avrebbero avuto il sapore del cioccolato."


Capitolo 11

Diari - Capitolo 10

2005 - Ciao, sono Edward Cullen.



Siamo arrivati al decimo capitolo.

Edward decide di parlare con Bella, per darle una impressione diversa dalla prima. L'immagine scelta riassume tutto ciò che ho scritto in questa parte.

"'Ciao' le dissi, cercando di non respirare. Scattò con lo sguardo verso di me ed incatenò i suoi occhi marroni ai miei. Le sue guance si tinsero di rosso. Il mostro dentro di me registrò solo il tingersi delle sue gote. Non rispose al mio saluto così mi affrettai a parlare di nuovo. 'Sono Edward Cullen e vorrei scusarmi per non essermi presentato l'ultima volta che ci siamo incontrati. Bella Swan, giusto?' dissi tutto d'un fiato."


Capitolo 10

Diari - Capitolo 9

2005 - Il mio nemico



Ecco qui il tanto atteso incontro tra Edward e Bella.
Per questo capitolo, mi è stato detto che probabilmente avevo esagerato nel scrivere che Edward odiava Bella: "La odiai per avermi fatto questo". Forse non sono stata brava nel farmi capire con le parole. In realtà Edward non odia Bella, odia la sensazione che il suo sangue gli fa provare. Odia Bella perchè in lei circola quel sangue. Non a caso ho scelto questa immagine. L'ombra in questo caso per me assume un significato specifico. Per me rappresenta quello che c'è dentro Bella, o meglio il sangue che circola nelle sue vene, quello che solo Edward percepisce: la sua essenza (nella lingua italiana, essenza ha molti sinonimi tra cui: elisir, succo, estratto. Tutte parole che possono essere associate al sangue). Successivamente poi la odia perchè lo costringe ad andare via da Forks e dalla sua famiglia. La ritiene un nemico perchè provoca la sua parte più cattiva e che lo costringe a battere in ritirata: "Per tutto ciò che stavo facendo a mio padre e alla dolce Esme la odiai ancora di più. Bella Swan era il mio nemico. Era colpa sua se avevo deciso di voltare le spalle alla mia famiglia. Era colpa sua se ero stato costretto ad abbandonare la mia non - vita. Era colpa sua, non c'erano giustificazioni per lei. E per questo l'avrei odiata per l'eternità".


Capitolo 9

Diari - Capitolo 8

2003 - Forks



Siamo nel 2003 e i Cullen ritornano a Forks. I fratelli Cullen si iscrivono a scuola, Esme ristruttura casa e Carlisle trova lavoro presso l'ospedale di Forks. Nonostante siano passati molti anni, i Cullen si ritrovano a dover ancora rispettare il patto con i Quileute. In questo capitolo Edward in una delle sue battute di caccia, scopre la tanto amata radura: "Un giorno mentre ero a caccia, scoprii nel bosco di Forks una radura bellissima. Non avevo visto niente di più bello. Era primavera ormai e il prato era ricoperto di fiori. La pioggia faceva brillare l'erba come diamanti. Era uno spettacolo davvero delizioso. Mi rilassava stare lì. Sapevo che quel posto sarebbe diventato il mio rifugio segreto, un posto dove poter pensare senza essere disturbato, un posto dove sarei stato il vero me stesso".

Inoltre ho inserito una visione di Alice: "Non era molto chiara. Arriverà qualcuno. Ho paura Edward". Chi sarà quel qualcuno che arriverà?


Capitolo 8

Diari - Capitolo 7

1983 - Amici e parenti



Gli occhi dorati dei Denali. Questo capitolo racconta l'incontro tra i Cullen e il nuovo clan che condivide con loro la dieta vegetariana. qui scrivo anche delle avances di Tanya nei confronti di Edward e il suo gentile rifiuto: "' Tanya, vorrei tanto trovare un modo migliore per dirtelo, ma vedi, io non provo per te ciò che tu provi per me. Non ho bisogno di una compagna. La mia vita mi va bene così com'è e non voglio stravolgerla con la presenza di una donna. Sei bellissima, e questo lo sai anche tu, ma io non sarò mai il tuo compagno. Sei un'amica, una cugina per me, ma niente di più.' Le dissi prendendole il volto tra le mani."


Capitolo 7

Diari - Capitolo 6

1951 - Il Folletto e il Soldato



Ecco qui una delle coppie che io preferisco in assoluto. L'arrivo di Alice e Jasper, e dei loro poteri, è davvero accettato di buon grado dai Cullen:"Non impiegammo molto ad affezionarci a loro".

Edward, però soffre anche per i continui spostamenti da un posto all'altro:"Con il passare del tempo, però dovemmo fare le valigie e tutti insieme ci apprestavamo a vivere una nuova vita. L'ennesima."


Capitolo 6

Diari - Capitolo 5

1936 - Il patto



La prima volta dei Cullen a Forks. In questo capitolo, si parla del patto istituito tra i Cullen e i Quileute, e di come è stato difficile cercare di non scatenare una guerra. Ho inserito anche qualche verso di Foscolo, che secondo me, descriveva meglio il significato che il crepuscolo ha per Edward: "Come al Foscolo anche a me quel sonetto era caro. Avevamo in comune il desiderio per l'arrivo della sera".

Inoltre Edward, inizia a pensare all'amore e quanto lui soffra per non avere una compagna:" [...] e mi ritrovai senza volerlo a pensare all'amore. Era difficile capire quel sentimento. [...] Forse pensandoci non avrei mai conosciuto quel sentimento. Nessuno può amare una creatura della notte".


Capitolo 5

Diari - Capitolo 4

1935 - Fratello orso



Ecco qui il vampiro più simpatico della saga. Il nostro fratellone Emmett. Nel quarto capitolo, si parla della trasformazione di Emmett e delle sue reazioni::"Wow... paura? E di cosa? Sono invincibile adesso, sono immortale, sono un vampiro! E pensare che credevo che i vampiri non esistessero e adesso, cavolo, sono uno di loro. E' favoloso."

Il capitolo, parla anche del fantastico rapporto che si creerà tra Edward ed Emmett: "Era bello stare in compagnia di Emmett, mi metteva di buon umore".


Capitolo 4

Diari - Capitolo 3

1933 - Rosalie Lillian Hale



Ebbene si, il terzo capitolo parla proprio di lei, la vampira più bella e statuaria della saga. Il capitolo racconta la storia di Rosalie e la sua vendetta. Racconta anche del difficile rapporto che si ritrovano ad affrontare Rosalie ed Edward:"Rose rimaneva offesa comunque con me, ma in cuor suo la consapevolezza che nessuna altra donna potesse toccarmi le rendeva più facile sopportare l'offesa".


Capitolo 3

Diari - Capitolo 2

1921 - Mamma



L'immagine che ho scelto per il secondo capitolo è la trasformazione di Esme.

Esme, dopo la sua trasformazione, racconta i motivi che l'hanno spinta a buttarsi da quello scoglio.

Questo capitolo, è importante anche per un altro motivo: il periodo di ribellione di Edward: "Diventai l'assassino degli assassini". Edward capisce che la sua scelta è sbagliata e ritorna a casa dai suoi nuovi genitori: "Una sera mi fermai sulla riva del fiume a guardare la luna. Ripensavo alla mia scelta. Mi sorpresi di scoprire che non ero felice in quel modo. [...]Non volevo essere un mostro. La cosa giusta per me era tornare a vivere una vita che il più possibile si avvicinasse a quella umana. [...] Carlisle ed Esme erano felicissimi. Mi accolsero con il loro amore."


Capitolo 2

Diari - Capitolo 1

1918 - Rinascere



Questa è l'immagine che ho scelto per il primo capitolo.

La storia inizia con la trasformazione di Edward.

In questo capitolo, il nostro bel vampiro, racconta ciò che ha provato e ciò che sente quando scopre di avere un potere, che è difficile da gestire. In questa prima parte, Edward, impara a fidarsi di Carlisle, e dai suoi pensieri comprende e accetta le motivazioni che l'hanno spinto a trasformarlo.

"Capii che il giorno più lungo della mia vita era appena iniziato e non sarebbe mai finito"è l'ultima frase del capitolo e per Edward, secondo me, vuol dire l'accettazione iniziale della sua natura.


Capitolo 1

Diari


‘Diari’ è la prima fan fiction che ho scritto sulla saga di Twilight.

Sono molto legata a questa storia, nonostante le recensioni per ogni capitolo sono poche.

Questa storia mi girava nella testa da quando ho visto la scena tagliata della prima volta che Bella entra in camera di Edward. Lei sta curiosando tra gli oggetti di Edward e scopre i suoi diari. Lei vorrebbe leggerli, ma Edward le dice che se fosse il lei, sarebbe meglio di no. Allora, ho pensato che se Bella non poteva farlo, noi si.

Da qui il primo capitolo.


Diari

Tutta un'altra storia 2


Anche quest' altro capitolo che vi propongo l'ho scritto per una Round Robin.

La storia si intitola 'Nel nome del Padre'.

Anche per questa storia vale la stessa cosa de 'La Guardia Reale'.

Non vi posterò la storia per intero perchè tutti i capitoli non mi appartengono.

Se vorrete leggerla vi dirò dove potete trovarla.

Vi lascio alla lettura del capitolo.


Capitolo 4 - Nel nome del Padre


Abbandonai Reims senza guardarmi indietro, ripensando al monaco. La buona sorte mi era stata ancora una volta accanto e, quell’uomo, di grande aiuto. Se mai un giorno fossi riuscito a realizzare il mio obiettivo, l’avrei cercato e ringraziato. Perché era grazie a lui che ora avevo una cammino da intraprendere.
M’avviai, e seguii il corso del fiume Marne, in questo modo avrei evitato di perdermi per i boschi e avrei raggiunto facilmente Parigi. Durante il viaggio pensai a come fare per riuscire ad entrare alla Sorbon.
Per imparare l’arte medica avrei dovuto studiare tanto ma intuivo che la mia nuova situazione mi avrebbe permesso di apprendere molto più di ciò che un normale umano poteva fare.

Era notte quando arrivai nel punto in cui la Marna si riversava nella Senna. Mi spogliai e lavai i vestiti sporchi di polvere e terriccio, e mi cambiai con quelli che avevo portato con me, infilai la camicia di lino e la pesante tunica blu con le braghe marroni, poi mi avvolsi di nuovo nel mantello: non potevo presentarmi alle porte del tempio della dea Ragione impolverato per il lungo viaggio.
Una volta lavati i vestiti li adagiai su un ramo che s’improvvisò stenditoio, e attesi che il vento facesse evaporare le piccole gocce d’acqua dalle fibre dei miei vestiti. Potevo vederle librarsi ad una ad una nell’area cristallina e tersa. Mi sedetti presso la sponda del fiume.

Il vento fresco increspava leggero la superficie. Immersi i piedi nell’acqua osservando come essa s’infrangeva contro la mia pelle dura, così come fa con le pietre: schiumando. Mi abbandonai ai suoni e all’immagine che quella piccola radura regalava ai miei occhi; i miei occhi rosso intenso, che fino ad allora non mi avevano permesso di cogliere e misurare a fondo le bellezze che la natura offriva.
Stormi di uccelli migravano verso il caldo e gli animali del bosco ultimavano la loro scorta per l’inverno vagando alla ricerca di un posto sicuro per concedersi al dolce sonno del letargo.
Anche gli alberi iniziavano a trattenere la loro linfa per l’inverno, lasciando di tanto in tanto cadere le loro foglie, che leggere e infuocate si adagiavano sull’acqua tersa. I rami, scossi dal vento, giocavano birichini turbando l’acqua liscia, creando dei cerchi concentrici che si ampliavano lungo l’alveo del fiume. Le alghe pian piano ricoprivano i rami spezzati degli alberi che giacevano abbandonati sulla riva.
E intanto il sole si avvicinava all’orizzonte, lasciando che gli ultimi raggi illuminassero la mia pelle, creando splendidi riflessi cangianti che andavano dal blu al rosso come per il diamante più raro e prezioso esistente in natura. Perso nei miei ultimi pensieri raccolsi i vestiti ormai asciutti.

Seguii ancora il corso del fiume finché non si gettò nell’abbraccio della Senna. Ero vicino a Parigi. Sapevo che avrei dovuto cacciare, prima di addentrarmi nei vicoli bui e popolosi della città. Mi dissetai a lungo, e quando fui sazio raccolsi i miei miseri averi, la sacca con gli abiti lindi e i pochi spiccioli e m’incamminai. Proseguii lungo il percorso, fino a quando riuscii ad intravedere, di lontano, le porte della città: Parigi.
Tra le strade la gente passeggiava e di tanto in tanto si fermava ad osservare le vetrine delle botteghe.
La Fronda dei principi, l’azione con cui i nobili del regno avevano avversato il sorgere di una nuova elite che non traeva le sue origini dagli antichi feudi, ma dalle nuove ricchezze o dall’acquisizione dei titoli, era da tempo finita. Luigi XIV aveva impugnato lo scettro, togliendo dalle mani del cardinale Mazarino, morto ormai da alcuni anni, la reggenza. Aveva riportato ordine nell’amministrazione dello stato francese e, allo stesso tempo, si era proclamato Mecenate delle arti e delle scienze.
Ero certo: lì avrei potuto incontrare persone in grado di aiutarmi, in grado d’insegnarmi tutto quello che era necessario sapere per diventare un buon medico.

Pensai, con mente lucida, che avrei dovuto cercare un alloggio. Non una locanda, ma un alloggio privato. Ne avrei avuto la necessità, se avessi voluto rimanere a Parigi per il tempo necessario a completare la mia istruzione. Non avrei potuto certo vivere per strada, con il rischio che qualcuno mi riconoscesse, o incappasse nella mia vera natura. Era davvero difficile vivere in questa mia condizione.
Ero il predatore più pericoloso al mondo, ma allo stesso tempo ero preda degli uomini, come mio padre, che cacciavano le creature del male. Dovevo guardarmi le spalle, e il modo migliore per farlo era cercare di mantenere un profilo basso e di comportarmi il più umanamente possibile.
Ci vollero alcune notti per trovare un posto che si addicesse alle mie esigenze: un’abitazione che non fosse molto lontana dalla città e che risultasse abbastanza riparata, magari accanto al bosco così da potermi sfamare a mio piacimento, senza destare sospetti.

Durante i miei giri di ispezione, fuori le mura, sbirciai, attraverso una finestra, una casa che sembrava insolitamente silenziosa. Era poco più di una capanna, in realtà, e dentro, accasciato su un divano e coperto da abiti malconci e da una piccola coperta bucherellata, vidi steso il corpo inerme di un uomo.
L’odore giunse pungente e nauseabondo alle mie narici, molto più che se fossi stato umano: era l’odore della morte che aleggiava sul vecchio nei suoi ultimi istanti di vita. Nessuno si era accorto del suo stato, e giaceva tra i suoi escrementi nel più completo sudiciume. Questo poteva voler dire solo una cosa: era solo, solo senza nessuno che lo aiutasse nei gesti più semplici. Un sentimento di compassione s’impossessò di me. Entrai in quella casa senza preoccuparmi delle sete che sentivo, perché l’odore del suo sangue era coperto da quello della malattia che occupava ogni mio pensiero.
“È permesso? ” chiesi con un tono di voce abbastanza alto da essere udito.
“Chi siete?” rispose l’uomo con un colpo di tosse.
“Sono Monsieur Carlisle Cullen. Perdonatemi per essermi introdotto in casa vostra.”
Dissi avvicinandomi a lui porgendogli un bicchiere con dell’acqua fresca.

“Grazie Monsieur. Ditemi, da dove venite? Il vostro accento mi dice che non siete francese.” Chiese ancora tossendo. “Avete ragione Monsieur. Sono appena arrivato a Parigi, vengo da Londra.” Risposi guardandomi intorno e cercando una coperta che potesse riscaldarlo.
“Dovete aver viaggiato tanto. E ditemi, cosa ci siete venuto a fare a Parigi?” soffiò invitandomi con un cenno a sedermi.
“Sono venuto per imparare l’arte medica.” Accettai il suo invito. Non che mi sentissi stanco, ovvio, ma quel gesto mi ricordava l’umanità che avevo perduto, e chiacchierare con quell’uomo mi faceva sentire di nuovo vivo. In più avevo bisogno di fare pratica con gli umani, se avessi voluto frequentare un istituto.
“Ma che maleducato, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Raymond Sartre. Mi dispiace dover accoglierla in questo modo, ma la mia cattiva salute non mi permette di muovermi.” Disse cercando di alzarsi da quella scomoda posizione.
“Oh non preoccupatevi Monsieur Raymond. Anzi, sono io quello maleducato. Mi sono presentato a casa vostra senza invito; ma vedervi dalla finestra bisognoso di aiuto, mi ha spinto ad entrare senza pensarci.” Mi scusai. Era insolita la sua calma. Non si era preoccupato che potessi essere un malfattore in cerca di denari. La mia curiosità mi spinse a chiedergli il motivo di così tanta cortesia.
“Non avete paura che possa farvi del male Monsieur?” Chiesi tutto d’un fiato.
“Raymond, vi prego. Non ho paura di voi, Carlisle. Se aveste voluto farmi del male, non mi avreste offerto un bicchier d’acqua e non avreste di certo bussato alla mia porta. E poi ormai la morte mi prega ogni giorno di cedere alle sue lusinghe. Se voi vorreste farmi del male, ve ne sarei addirittura grato. Soffrire così è davvero insopportabile. ” Mi rispose con il tono di voce di chi ormai non ha nulla da perdere.
“Capisco. Non voglio farvi del male Raymond. Volevo solo essere utile a qualcuno” dissi. In fondo era così: la mia vocazione di medico derivava anche da questo: voler aiutare gli altri. E tante volte Dio aveva raccomandato ai suoi fedeli di farlo, perciò l’avrei fatto.

“Chiedetemi qualsiasi cosa. Sono a vostra disposizione.” Continuai.
“Carlisle, siete davvero molto gentile. Non vorrei approfittare. Dovete studiare e cercare di realizzare il vostro desiderio” mi disse sicuro, ma il suo sguardo bramava la compagnia di un uomo e anche un ceco si sarebbe accorto che quelle erano solo parole di circostanza.
“Non preoccupatevi Raymond. Ho tanto tempo per studiare e poi è un piacere poter aiutarvi, ed è un buon esercizio” sorrisi, sperando di non risultare troppo invadente.
“Siete davvero gentile Carlisle e io sono davvero troppo malato per rifiutare le vostre cure. Permettetemi però di rendermi utile per voi. Mi farebbe piacere se mi faceste compagnia. Questa casa è abbastanza grande per due persone. Vi va di condividere le vostre giornate con un vecchio malato?” mi chiese a fatica.
“Non vorrei sembrarvi un approfittatore. Vorrei solo rendermi utile.” Dissi cercando di celare la sorpresa a quell’inaspettato invito.
“Non dite sciocchezze Monsieur Carlisle. Sarò felice di essere il vostro primo paziente.” Nei suoi occhi leggevo solo serenità e nessun dubbio.
Avevo avuto un colpo di fortuna, ma la convivenza poteva risultare difficile, visto quello che ero.

Mentre riflettevo sistemai la casa.
Non era un ambiente adatto ad un malato. La polvere giaceva sui mobili da troppo tempo, ne distinguevo senza fatica i minuscoli granelli. L’aria all’esterno era abbastanza fresca, e invitante. Mi sembrò più sano spalancare le finestre e lasciarla entrare poi, per riscaldare l’ambiente, accesi il fuoco e preparai una zuppa: avrebbe fatto bene al mio assistito. Mentre la pignatta ribolliva inondando la stanza di un aroma infausto, ma che sapevo invitante per il mio umano, sistemai il suo letto.
Rivestii il pagliericcio di nuove lenzuola di lino, e scacciai i ragni dal soffitto, pulendo l’ambiente dal marciume intorno. Portai in casa dell’acqua, dal pozzo nel cortile, e impregnando un pezza in essa, lavai il corpo febbrile, e madido di sudore, di monsieur Raymond. Gli infilai una camicia pulita dalle braccia e l’aiutai a spostarsi sul suo giaciglio. Nessuno dei due disse nulla, durante le faccende, e mi sorprese davvero la fiducia che Raymond dimostrava nei miei riguardi. Non me ne capacitavo. Come poteva un uomo fidarsi di un essere spregevole come me? Come poteva non nutrire nessun tipo di timore? Come poteva non avere sospetti?
A rispondere alle mie mute domande fu lo stesso Raymond, mentre gli porgevo la sua zuppa.
“Vi starete chiedendo se ho intuito cosa siete in realtà.” Sussultai, sapeva. “Vedete, Carlisle”, proseguì “ho sempre creduto che al mondo esistesse il male, così come il bene. Quando ho capito cosa eravate, non sono riuscito a classificare la categoria a cui voi apparteneste. Siete una creatura del male, ma vi comportate come un angelo. Non riesco ad avere paura di voi, anzi mi sento al sicuro con voi nella mia stessa casa. Sono felice di passare gli ultimi giorni che mi rimangono in vostra compagnia.” Disse queste brevi e lapidarie frasi senza lasciare che il sorriso abbandonasse le sue labbra.
Non avrei potuto avere fortuna migliore, un essere umano che mi accettava, anzi, di più: mi stava accogliendo.
Lo ringraziai e mi ritirai in una piccola stanza, attigua a quella di Raymond. La casa ora che era linda non appariva più come un rudere, ma si mostrava in tutto il suo splendore. Sarei rimasto lì, volentieri, accanto all’uomo che non mi aveva giudicato.
Ma avrei dovuto porre attenzione, non avrei dovuto permettere alle sete di rovinare tutto e prendere il sopravvento, perciò uscii a caccia durante la notte, e così avrei fatto per tutte le notti a venire.

Il mattino seguente, dopo essermi preso cura di Raymond ed averlo salutato, indossai il mio completo e uscii di casa.
Il mio ospite mi augurò buona fortuna, ed io sorrisi mesto a quell’intimità, a quel padre quasi ritrovato.
Mi diressi verso il centro della città su quella riva sinistra, nel luogo in cui, la Sorbon, mi stava aspettando. Arrivai ben presto nel quartiere latino di Parigi. L’edificio era situato sul lato sinistro della Senna, Place de la Sorbon, e si estendeva su di una piccola area, lungo la via. Il vicolo attiguo era chiamato Coupe – Gueule, e sfociava alle sue estremità in Rue des Deux – Portes. I lavori del Richelieu non avevano modificato il progetto originale di Robert de Sorbon. Sulla via che la circondava, aveva però predisposto degli alloggi per i dottori del collegio e, in fondo alla corte, un refettorio e l’enorme biblioteca.
La cappella, costruita in onore di Sainte Ursule, svettava alta verso il cielo di Parigi con la sua cupola in stile romano, e faceva da palcoscenico alla facciata principale e al giardino. La sobrietà di quell’architettura, lontana da quella francese, rendeva il collegio Sorbon un edificio prestigioso, nello spirito delle facciate italiane.
Le colonne corinzie facevano da guardiane all’entrata principale e i delicati ghirigori collegano i piani dell’edificio. Un grande orologio faceva bella mostra di sé, incorniciando la Scienza e la Verità. Sulla facciata nord, il portico era sovrastato da un’iscrizione latina. “ARMANDUS IOANNES CARD. DUX RICHELIEUS SORBONAE PROVISOR AEDIFICAVIT TEMPLUM A. MDCXLII ”. Ancora estasiato da quella visione, mi resi conto che il tempo passava e che dovevo sbrigarmi per chiedere informazioni.
Il portone era aperto e nel corridoio non vi era nessuno. All’interno, i rosoni scolpiti, vivificavano la perfezione delle linnee delle pietre incastonate lungo gli archi. All’incrocio centrale degli ampi corridoi, si elevavano quattro cappelle indipendenti l’una dall’atra e donavano al tutto un’originale composizione e delizioso gioco di luce ed ombra.

“Posso aiutarvi Monsieur?” una voce alla mie spalle attirò la mia attenzione. Quando mi voltai mi trovai di fronte il monaco che a Reims, mi aveva dato una speranza. Provai a parlare, ma la sorpresa impediva alla voce di uscire.
“Oh!” esclamò sorpreso. “Non pensavo di rincontrarvi così presto. Vedo con piacere che avete seguito le mie indicazioni.”
“Avevate ragione voi Monsieur. Il desiderio di diventare un buon medico è troppo grande e se è vero che ho ancora un’anima, mi impegnerò a fare del bene.” Dissi.
“Lasciate che mi presenti. Mi chiamo Jean - Baptiste de la Salle. Sapete, anch’io sto studiando qui. La vocazione religiosa mi spinge a conoscere sempre più il disegno divino” disse porgendomi una mano.
“Piacere mio. Il mio nome è Carlisle Cullen. Se mai un giorno diventerò medico lo dovrò solo a voi.” E chiusi la mia mano gelida intorno alla sua. Non si ritrasse, anche lui mi aveva accettato. Anche lui non mi avrebbe giudicato. Questo mi portò a formulare una considerazione: nel mondo potevano coesistere vampiri ed umani.
De la Salle mi accompagnò tra i corridoi di quella che, un secolo dopo, sarebbe diventata la Sorbonne. Mi fece visitare la biblioteca, informandomi di tanto in tanto sulle attività che si tenevano.
Si fece, così, tardi: Raymond mi stava sicuramente aspettando e dovevo ancora andare a caccia. La curiosità di sapere sempre di più, mi aveva fatto dimenticare quanto fosse pericoloso aggirarmi per le strade della città. Salutai Jean - Baptiste e tornai a casa.

Passarono molti mesi da quel giorno. Raymond, nonostante i suoi miglioramenti, si spense per la fatica del vivere e la vecchiaia, durante una delle tante notti che passavo in biblioteca a studiare. Sapevo bene che non sarebbe guarito del tutto e che prima o poi questo sarebbe avvenuto, ma non mi sarei mai perdonato il fatto di averlo lasciato morire da solo. Pochi giorni prima che la morte reclamasse la sua anima, mi donò tutti i suoi averi.
“Carlisle sei stato più devoto di un figlio. Non potrei mai ringraziarti abbastanza per ciò che hai fatto per me. Dio saprà ricompensarti un giorno. Sappi che per me non sei mai stato un vampiro, ma piuttosto un angelo custode. Tutto ciò che è mio ora è tuo. Quando non ci sarò più, prenditi cura della mia modesta casa e usa tutto ciò che può esserti utile. Figlio mio, abbi cura di stesso e guardati le spalle. Non tutti sapranno riconoscere la tua parte buona e saranno pronti a cacciarti senza scrupoli. Promettimi che non abbandonerai mai la via della bontà.” Mi disse non appena aver finito di mangiare la zuppa che avevo preparato. “Ve lo prometto Raymond.” Risposi. Mi ero affezionato a quell’uomo. Sapeva sempre dirmi la cosa giusta. Mi aveva fatto da padre, anche se ero fisicamente indistruttibile, ero sempre un ragazzo. Era riuscito a conoscermi, lasciandosi alle spalle la mia vera natura. Lui voleva bene a Carlisle in quanto uomo e a volte aveva anche amato e consolato il vampiro che era in me. Aveva sopportato non solo la sua malattia, ma anche la mia sofferenza: a causa di questa mia natura che ancora non riuscivo ad accettare. Soffriva per me, quando la sete mi rendeva intrattabile. Non mi aveva mai allontanato temendo che potessi attaccarlo.
Quando tornai a casa e trovai il suo corpo freddo senza vita, mi maledissi perché non sarei stato nemmeno in grado di piangere la sua morte. Organizzai il funerale e gli diedi degna sepoltura con i pochi averi che mi erano rimasti. L’unica cosa che avrei dovuto fare era mantenere la promessa che quella sera gli feci. Era l’ultimo regalo che potessi donargli.

Cercai un lavoro, per sostenermi. Raymond non era ricco, e i pochi spiccioli che avevo sottratto alla fattoria non mi avrebbero permesso di comprare tutta la costosa carta di cui necessitavo.
Un giorno mi trovai a passare davanti ad una tipografia, entrai in cerca di qualcuno che potesse stamparmi un compendio che mi avrebbe permesso di poter studiare anche a casa, di giorno. Il giovane tipografo quando entrai mi sorrise:
“Mi dica.”
“Vorrei sapere quanto costa avere una stampa di alcuni frammenti degli scoli di Aristotele.”
“Presi dalla biblioteca del collegio?” chiese indicando la Sorbonne che si ergeva a pochi isolati dal negozio.
“Si.”
“Siete uno scienziato?”
“Si.” Risposi fiero.
“Beh” disse, “se voleste farmi un favore per voi lo farò gratis.”
“Gratis?” chiesi incredulo. “Cosa dovrei fare?”
“Qui sono solo, e il lavoro è tanto. Trovare qualcuno che sappia scrivere è assai complicato, e quelli laggiù”, disse indicando il collegio con aria sprezzante, “non ne vogliono sapere. Non ho nulla contro di voi, non fraintendete… ma sono disperato.”
Tanto disperato da non far caso al mio aspetto? Mi chiesi.
“E non avete nulla in contrario che a farlo sia io?” chiesi
“No, assolutamente” disse con un filo di speranza nella voce.
“Niente del mio aspetto vi turba?” chiesi incredulo.
“Siete pallido, come tutti quei topi di biblioteca… forse giusto un po’ di più di quello che passa ora”, disse indicando un mio collega. Era davvero pallido, con occhiaie spesse e nere, a causa del gran studiare.
“E poi” continuò, “avete gli occhi cerchiati di nero, come lui!”
“E null’altro?”
“No signore!”
“Non ho gli occhi rossi?”
“No signore, sono chiari, miele, direi.”
Miele? Avrei dovuto cercare uno specchio il prima possibile. Ma se davvero avevo gli occhi miele le cose per me potevano essere più facili. Sarebbe bastato non esporsi alla luce del sole diretto, e avrei potuto vivere anche di giorno, tra gli uomini.
“D’accordo” accettai felice come non ero da tempo.

Avevo trovato un lavoro che mi avrebbe permesso di procurarmi carta e libri, e sarei stato pagato. In più lavorare in tipografia avrebbe consentito il libero accesso a testi e carta. Avrei avuto denaro per comprare l’unica cosa di cui non potevo fare a meno: vestiti; i libri e la carta sarebbero stati gratuiti.
La fortuna era decisamente dalla mia.
Trovai uno specchio, poco tempo dopo, nella bottega di un sarto, studiai i miei lineamenti duri e pallidi: bellissimi. La differenza con i miei sfocava: non ricordavo più com’ero. E quest’immagine di me mi piacque, a suo modo. Mi piacquero gli occhi, non perché fossero miele, ma perché non più rossi mi davano libero accesso al mondo.
Da quel giorno la mia vita cambiò, e tra le pause dello studio e del lavoro iniziai a frequentare i salotti de la Sorbonne e spesso mi fermavo fino a tarda notte ad ascoltare i dibattiti dei miei colleghi. Avevo conosciuto molti dottori e altri uomini desiderosi di diventare medici come me. Molti di loro sarebbero divenuti sicuramente dei bravi scienziati, famosi e pieni di riconoscimenti, e forse anche io avrei potuto esserlo, ma non era la gloria che cercavo. Io desideravo solo aiutare la gente. Se mai un giorno fosse arrivata la morte, comportandomi da buon fedele, desideravo che Dio ne tenesse conto. Avevo imparato molto.

Ogni giorno scoprivo i benefici che le piante e le radici potevano dare al corpo umano. Imparai a preparare decotti, infusi, preparati secchi e liquidi a base di piante officinali: venivano utilizzati per curare lievi disturbi che ben si adattavano all’utilizzo, come oggi un metodo di automedicazione. Nell’orto di Raymond, avevo cominciato a coltivare spezie ed erbe. Le conservavo in base all’uso che ne avrei fatto e ne estraevo le sostanze primarie mettendole in infusione in vino o grappa. Ormai la casa che Raymond mi aveva lasciato era diventato il mio laboratorio per esercitarmi con le tecniche appena apprese.
Imparai gli effetti che ogni pianta aveva sul corpo umano. Il biancospino era utile per curare i disturbi cardiaci lievi; la malva permetteva di curare il mal di gola e le infezioni boccali; la calendula per il trattamento delle piaghe o delle infiammazioni; il tiglio efficace per far abbassare la temperatura corporea e la febbre soprattutto per curare i bambini; la rosa canina, con una alto contenuto di vitamina C, ingerita con tisane e infusi, era efficace per prevenire o trattare i raffreddamenti e altre infezioni; la lavanda per curare disturbi di ansia o di nervosità; la mandragola con proprietà antidepressive, stupefacenti, eccitanti e narcotiche, indicata per problemi del sistema nervoso o della digestione. Quest’ultima radice fu la più curiosa da studiare. Vi erano legate molte leggende. Sapevo già delle sue capacità di favorire l’amore e la fecondità menzionate nel Cantico dei Cantici. Le leggende romane menzionavano l’esistenza di un demone che poteva essere risvegliato svellendo la pianta dal terreno, ma era una supposizione legata unicamente alla curiosa forma della sua radice: aveva un aspetto umano; di qui anche la leggenda sul pianto e sui suoi micidiali effetti. Era stata a lungo utilizzata come principale ingrediente per pozioni magiche, per riportare alle sembianze umane soggetti trasfigurati. Ma in realtà, la Mandragola, aveva unicamente proprietà tossiche e narcotiche.

Avevo scoperto anche l’esistenza di piante e radici con proprietà anestetiche e fortemente velenose. La cicuta: altamente tossica e in grado di paralizzare le terminazioni dei nervi motori e i centri midollari. Doveva essere utilizzata in piccole quantità se non si voleva indurre il paziente a morte certa. Altrettanto interessante fu studiare le proprietà della corteccia di salice. L’avevo già utilizzate senza conoscerne gli effetti, seguendo unicamente l’istinto, ma, alla Sorbonne, avevo scoperto che il suo decotto liberava una sostanze utili negli stati febbrili, nei dolori reumatici e muscolari e nei disturbi della gotta; era dotata, inoltre, di una forte azione astringente: favoriva la cicatrizzazione delle ferite. E’ quella che oggi chiamiamo volgarmente aspirina.
Le tele del ragno, invece, rappresentavano il migliore emostatico. Sia da sole, o bagnate nell’olio di scorpione, ponendole sulle ferite permettevano al sangue di coagularsi velocemente, in modo da accelerare il rimarginarsi delle ferite.
Fu interessante anche studiare la galenica, chiamata così per Galeno, medico ellenico.
Imparai molto da quest’arte, primo fra tutti come preparare un cataplasma. I cataplasmi secondo le esperienze dei miei colleghi, erano d’aiuto per molti problemi di salute, curava: orzaiolo, varici, ulcere, circolazione, dissenteria, scottature, punture d’insetto tracheiti e laringiti.

Le teorie di Galeno, erano interessanti, soprattutto per gli studi fatti sull’anatomia dei maiali.
Non potei far a meno di sorridere all’idea della sua teoria sui salassi. Si basava tutta su una sua ricerca: aveva scoperto il percorso di vene e arterie, e aveva supposto che il sangue si formasse al loro interno e che venisse influenzato dagli umori mefitici della malattia. Era arrivato alla curiosa conclusione che estraendo il sangue dal paziente infetto si estraesse anche il male.
Molti miei colleghi presero per buona la teoria per lungo tempo. Il mio olfatto, invece, fu in grado di percepire che non c’era alcun collegamento fra il salasso e la guarigione. Anzi spesso e volentieri la privazione di sangue incrementava il processo infettivo, e peggiorava la situazione. Eppure tenni per me i miei sospetti: attirare l’attenzione o dover spiegare il perché delle mie motivazioni era l’ultima cosa che desiderassi fare. Tenni conto però del fatto che avrei seguito la mia analisi, e avrei preso da Galeno solo quelle informazioni che, a mio giudizio, erano da reputare valide.
Non ritenevo giusto, infatti, prelevare il sangue ad un paziente in quantità sempre più massicce, quanto più grave fosse il male e non lo ritenevo saggio, soprattutto dato il mio handicap. E poi, privare le persone della loro linfa vitale non avrebbe mai giovato loro. Sottrarle fino a provocare un ictus era addirittura inumano. Era vero che la diminuzione di pressione che ne derivava poteva alleviare il dolore, o la febbre.
Ma i benefici erano senz’altro inferiori ai danni. Inoltre fin quando si utilizzavano sanguisughe, per estrarre gli umori, potevo ancora resistere. Era impossibile per me, riuscire a praticare un salasso a vene aperte. Una volta mi toccò assistere a questa tecnica.

Fu difficile per me: la sete si destò prepotente non appena il sangue si presentò alla mia vista e il suo odore arrivò dritto alle mie narici. Nonostante la notte prima avessi cacciato abbondantemente, il vampiro che ero cercava di prendere il sopravvento. In quel momento, portai alla mente il volto di Raymond e le parole che mi disse prima di morire. Riuscii ad assopire la bestia, con uno sforzo atroce e doloroso, impedendo al veleno di soffocarmi, sputandolo di nascosto. Immobilizzandomi nel meandro più buio della stanza, e sperando che i miei occhi, ormai miele, non tornassero rossi per la cupida sete.
Avrei tentato qualunque cosa, mi sarei conficcato le unghie nelle vene aride, pur di non permettere alla mia natura di rovinare tutto il lavoro che avevo fatto fino a quel giorno. E resistetti.

Passarono così due anni dal mio arrivo a La Sorbonne, riuscii a estraniare i miei istinti, rendendomi inumano fra i vampiri.
Spesso tra un salotto e l’altro incontravo Jean - Baptiste, appena stato ordinato sacerdote. Mi raccontò che il vescovo gli aveva affidato la fondazione di alcune scuole parrocchiali per bambini nella sua città natale. Mi assicurò comunque che avrebbe continuato a girare tra i corridoi de La Sorbonne per conseguire il dottorato in teologia. Gli raccontai dei miei studi e dei progressi fatti fino a quel momento e che ormai la medicina aveva abbandonato le vecchie credenze lasciando il passo allo sviluppo delle teorie e l’attuazione delle prove pratiche. E il suo sguardo orgoglioso mi rese felice.

Cinque anni erano ormai passati dal mio arrivo a Parigi. Non mi ero reso conto di quanto avevo davvero imparato. Sapevo che non era abbastanza, che dovevo ancora studiare tanto per praticare l’arte medica, ma il passare del tempo non mutava il mio aspetto. Molti dei miei colleghi infatti si chiedevano come mai il mio volto non subiva l’effetto del tempo. Solo le occhiaie violacee che circondavano i miei occhi, donavano al mio viso una parvenza di stanchezza che in realtà non soffrivo.
In più alcuni con il loro acume avevano capito che in me c’era qualcosa di strano e di diverso e spesso li ritrovavo a chiedersi fra loro cosa potesse essere. Ero consapevole che non tutti erano capaci di accettare la mia vera natura, non tutti potevano essere come Raymond e Jean – Baptiste. Tutti gli altri erano come mio padre e i suoi seguaci. Avrebbero sicuramente puntato il dito contro di me, contro il male che incarnavo. Sulla base di quelle riflessioni, organizzai la mia partenza.
Sarei sicuramente tornato in Francia un giorno. Preparai i miei bagagli e radunai tutti i mie averi in una sacca. Sorrisi al ricordo del mio arrivo, quando avevo poche monete e solo due cambi d’abiti.
Misi i miei libri in un’altra sacca e avvolsi il mobilio con dei teli di cotone scadente. Indossai il mantello e mi coprii il capo. Avrei proseguito i miei studi in Italia in una delle accademie del Paese.

Con il ricordo di quegli anni nel mio cuore ormai morto, mi incamminai verso il Bel Paese.